La pratica di sfruttare la luce naturale del sole a scopi terapeutici ha origine molto antica: in tutte le culture il sole rappresenta energia, calore e vita. D’altronde, sin dalle sue origini l’uomo ha empiricamente compreso gli effetti dei fattori climatici sulla propria salute; potremmo quindi affermare che l’elioterapia è una pratica che da sempre appartiene alla medicina.
Gli antichi Greci si avvalevano di questa tecnica naturale per curare le piaghe cutanee ed altre malattie della pelle. L’elioterapia è stata utilizzata in India, Cina ed Egitto come terapia di guarigione per diverse malattie, tra cui la psoriasi. Anche gli antichi Romani utilizzavano l’esposizione del corpo al sole e all’aria per goderne i benefici.
All’inizio del Novecento alcuni scienziati assegnarono alla cute il ruolo di organo multifunzionale e non unicamente di “involucro” protettivo del nostro corpo.
Elioterapia nei sanatori per la tubercolosi
L’elioterapia era una componente dell’offerta terapeutica dei sanatori antitubercolari, strutture sanitarie che accoglievano malati affetti da tubercolosi (TBC) o da malattie polmonari (cronici o convalescenti), i quali potevano qui sottoporsi a cure climatiche.
Nel tempo l’elioterapia è stata oggetto di studi che hanno approfondito le azioni biologiche prodotte dalle radiazioni solari, determinando l’efficacia dell’esposizione alla luce naturale del sole e documentando anche effetti della durata di oltre un anno.
Nota: il sole influenza la nostra vita quotidiana: regola i ritmi circadiani dell’organismo; scandisce il ciclo sonno-veglia; influenza l’umore in relazione all’intensità della luce.